Domenica Regazzoni Lucio Dalla. A 4 mani
Giovanna Giusti Galardi
Per l’invito alla mostra è stata scelta una foto molto bella e singolare: Lucio accarezza Domenica che interloquisce con un suo tipico sguardo arguto; qui gesto ed espressione segnano la loro amicizia e la consuetudine di una profonda intesa. Bene. In uno scatto che rinnova questa complicità, nel 2001, in occasione di una mostra a Bologna e all’esordio della mia conoscenza di Domenica Regazzoni, complice anch’io m’inserisco tra loro. Mi piace molto questa foto, come mi piace ricordare un incontro con Dalla agli Uffizi, dove lavoravo, e accompagnandolo per le sale e accennando a Domenica lo vidi illuminarsi. Oggi a queste memorie mi ricollego per rinnovare l’ammirazione per Domenica, per le sue opere, per la sua persona. La nostra è una amicizia ventennale, maturata tra mostre e condivisioni, perché la vulcanica Regazzoni cattura sempre attenzione e sorprende.
Per la seconda volta espone a Firenze. A palazzo Vecchio, nella Sala d’Arme, nel 2003 per la mostra “Dal legno al suono” aveva realizzato opere che avevo visto nascere, quando Domenica nel suo studio a Peschiera Borromeo mi aveva mostrato il suo commovente percorso nel ricordo, da cui estraeva memorie materiali, testimoni della maestria del padre, liutaio di grandissimo valore, da poco mancato.
Da lì prendeva avvio il suo percorso nel mondo della scultura, segnato da esposizioni importanti, con opere anche monumentali in Italia e all’estero, con sguardo sensibile anche all’Oriente, dalla Cina al Giappone, dove già tanti anni prima si era fatta conoscere. Dalla sua formazione a Brera, dalla pittura figurativa alla ricerca che avanza nell’astrazione, alla scultura, all’incisione, un fil rouge svolge il suo operato, senza compromessi. Poesia e musica si parlano perché si conoscono profondamente.
Questa visione lirica, fatta di scelte cromatiche sospese, di fratture e vibrazioni, dal 1998 ad oggi, è costante, sia che accompagni un haiku, sia che prenda forma di assemblamento scultoreo o come pura ‘musica picta, a 4 mani appunto. Con colori accesi o modulati da tenuissime vibrazioni, Domenica Regazzoni intona l’anima della sua pittura alla voce musicale. Ci indirizza con la titolazione dei quadri, lumen sonoro a canzoni memorabili, da Henna a Cosa sarà, a Com’è profondo il mare a Amen, che riemergono A occhi chiusi.
Oggi la Galleria Immaginaria inaugurando questa mostra a 4 mani, omaggio all’indimenticabile Lucio Dalla a dieci anni dalla sua scomparsa, ha operato una bellissima selezione di dipinti e di canzoni; in queste opere, con il suo personale contrappunto, Domenica Regazzoni mostra come abbia saputo intrecciare negli anni ricerca e affetti, per dar vita a meditazioni pittoriche, che vivono, come le canzoni di Dalla, di poesia, oltre i limiti del tempo.
Come l’archivio musicale che vive, unico e personale, in ognuno di noi, ha la potenza di richiamare, al bisogno, il sentimento delle emozioni, così Domenica Regazzoni ha raccolto il vissuto, le passioni condivise in tanti anni con Lucio, per il mare, per l’arte, per la profondità sonora della vita, ha ascoltato voci e parole fino a trarne la giusta corrispondenza con segno e colore.
Discreti l’accompagnano echi di un racconto che tocca la pratica e i suoni della liuteria paterna, le elaborazioni strumentali del fratello Cesare, il mondo di Domenica, il mondo variegato di Lucio. Le tele, come le parole e le note, si accendono di contenuti e denunce che si depositano nelle materie, nei collages, in una pratica poetica che continua.
In questi giorni tante sono le espressioni di devozione con cui si rende omaggio a Lucio Dalla. Questa realizzata a quattro mani, intima, si distingue per la genuinità di uno speciale duraturo rapporto d’amicizia, che Domenica Regazzoni, bravissima da par suo, ha coltivato anche per noi.