1996

Colore Incanto

Colore incanto

Milano - Fabbrica EOS - 1996
Bergamo - Centro S. Bartolomeo - 1996
Seregno - Galleria Civica - 1997

Nel mio lavoro si alternano continuamente quiete ed inquietudine:
"Le discese ardite e le risalite /su nel cielo aperto / e poi giù il deserto / e poi ancora in alto con / un grande salto".
La pittura e la poesia, come la musica, registrano queste oscillazioni interiori. Alcuni versi di queste canzoni hanno due significati: uno immediato e uno interiore: quest'ultimo ha parlato direttamente alla mia anima… A volte lavoro su un quadro e vedo il giorno dopo che è costituito da forme sparse sulla tela, senza un preciso rapporto. L'assenza di un rapporto esteriore coincide con l'esistenza di un rapporto interiore. L'artista penso sia autorizzato a usare le forme e i colori che gli servono per esprimere qualcosa che ha dentro: cioè deve essere profondamente onesto. L'artista non è un eletto; è un uomo che si ritrova un compito assai duro: deve sapere che le sue emozioni, i suoi sentimenti e i suoi pensieri sono un sottile materiale che forma le proprie opere. Forse non c'è proprio da spiegare una poesia o un quadro. La cosa più importante è guardare la pittura, leggere una poesia, ascoltare una musica, non per conoscere o comprendere qualcosa, ma per sentire qualcosa.
I testi di Mogol sono poesie perché hanno dentro il soffio dell'animo della gente vera, sono sprazzi e attimi di verità, toccano l'animo nelle cose più semplici e più vere.
Perché ho fatto questo lavoro? Ho risposto ad una sollecitazione interiore: ecco tutto.