2009

Un’installazione di oltre tre metri in piazza dell’Opera

Da anni Domenica Regazzoni arricchisce di vigore estetico una serie di simboli e di icone che raggiungono il fruitore con l’attacco di una nota o di un suono. Nei suoi affermati strumenti, recupera la volontà di colmare lo scarto fra realtà e dimensione fantastica, tra fisicità e magica virtualità iconica attraverso immagini allegoriche che accordano il sentimento e la forma. A farla difficile, si potrebbe scorgervi una corrispondenza di linea kantiana sulla “intesa armoniosa” fra il sensibile e il sovrasensibile.O, più semplicemente e con più naturalezza, cogliere - nel prevalente soggettivismo (o spiritualismo idealista) - un rapporto di contenuto con la sfera affettiva ed emozionale.Da una decina d’anni - dopo la breve parentesi dell’haiku e dopo la morte del padre liutaio e l’estensione del figlio violinista -, il sentimento della nostalgia sembra condensare in questa artista il significato estetico. Sullo sfondo di un background musicale, si afferma infatti un alone di emotività di sapore tutto familiare. Con sicurezza di mano la Regazzoni incorpora nelle sue creazioni l’accuratezza e la capacità di dare stimolazione mentale a un linguaggio di esplorazioni nascoste e timbri diversi che hanno alimento nella reminiscenza di casa.La recente collocazione di una sua grande fusione in bronzo di 3,5 metri per 2 nella principale piazza di Bucarest, quella dell’Università e dell’Opera Nazionale, fornisce l’occasione non solo per richiamare l’attenzione su questa artista, che sa bene come distinguersi all’interno di quel grande magma chiamato contemporaneità, ma anche per riflettere sui mutamenti di posizione e di respiro presenti nella sua arte più recente.Eleganza, plasticità, morbidezza, sinuosità, insieme alla grande lezione delle avanguardie storiche (in primo luogo il cubismo), costituiscono le qualità proiettate dal “grande violino” al centro di una fontana a ridosso dell’Opera di Bucarest. L’ opera proietta l’idea e la forza della musica. Dilata e sollecita l’immaginazione a cogliere nel soggetto la forza dinamica che lievita e fa gonfiare l’animo.L’attenzione prestata alla finitezza (l’opera è stata ricavata dalla madre forma in legno sotto la direzione dell’artista), le proporzioni, la spazialità, l’iconografia, la forza espressiva e scenografica sembrano porre in atto una rottura con i procedimenti attuali della scultura dominante. Voluto personalmente dal sindaco di Bucarest il violino spaccato della Ragazzoni “cattura” l’occhio con la solidità plastica, autonoma nell’idea rispetto allo spazio esterno, che però trova coinvolgimento lineare nello spazio reale.Spogliata di ogni valenza statuaria il bronzo esalta coi canoni convenzionali della semplicità e del rigore formale l’oggetto (il violino), protagonista unico e privilegiato. Lo strumento è, per la Regazzoni, tessuto di vita. Nel significato simbolico è elemento pensante. Non presenta tremori o convulsioni; rivela ricchezza ambigua ed amorosa. Sottende un’interiorità e paradisi nascosti. Quelli appunto che si affidano al suono e che seducono coi loro richiami, il calore profondo, le combinazioni incontrollabili e imprevedibili.Nella grande piazza dell’Opera la forma procura vertigine, non caos. Le modalità espressive gli assicurano corporalità e delicatezza, in sintonia con la storia del luogo. La scultura comunica l’idea e la forza della musica. Produce e dilata percezioni e sensazioni. Allo stesso tempo riporta però la riflessione sulla perdita di controllo della visione nell’arte del nostro tempo, legata a una modificazione continua delle forme e dei linguaggi che tengono a dislocare la scultura (e la pittura) in altri territori. Senza sottrarsi del tutto all’immaginario del nostro tempo, teso alla liberazione sensoriale e intellettuale, la Regazzoni costruisce su entità figurali definite e nette le proprie performance espressive, attraverso richiami intelligibili e accettati, con una attitudine che incide esperienza nei componenti di forme e di sostanza.

Aldo Caserini - Il Cittadino di Lodi 13/10/2009